Tra i vari tipi di mutui, diversi tra loro per le modalità di calcolo degli interessi, troviamo quelli con capped rate, che nascono dall’unione tra il tasso fisso e quello variabile, dando la possibilità di approfittare delle variazioni dei tassi legate all’andamento dei mercati monetari, limitando però i rischi che questo comporta.
Il capped rate è un tasso d’interesse che si muove, come quello variabile, in linea con l’Euribor (media ponderata dei tassi d’interesse ai quali le banche dell’Unione Monetaria Europea cedono depositi in prestito), ma ha un limite, stabilito per contratto tra il cliente e la banca, oltre il quale non può portarsi. Se l’Euribor dovesse aumentare fuori misura, il tasso del mutuo capped rate in questione si trasformerebbe automaticamente da variabile in fisso, assumendo la dimensione del massimo stabilito.
Per fare un esempio pratico, se il nostro tasso di partenza fosse il 3% e il nostro capped rate fosse il 5,5%, con gli anni il tasso applicato al nostro mutuo potrà salire, ma non oltre il 5,5%. Se l’andamento dell’Euribor dovesse poi tornare a scendere e portare i tassi variabili sotto il 5,5%, il nostro tasso tornerebbe ad essere variabile, e quindi tornerebbe a scendere anch’esso.
Il mutuo capped rate è ideale per chi vuole cogliere i vantaggi del tasso variabile, che di solito parte inferiore a quello fisso, senza rischiare di incorrere in eccessivi aumenti con l’andare degli anni.
E’ necessario prestare particolare attenzione nella stipula di mutui con il capped rate. Infatti alcuni istituti di credito inseriscono nel contratto la possibilità di cambiare la soglia del capped rate nel corso della durata del mutuo, cosa che potrebbe annullare i vantaggi della stipula di un contratto simile. Per questo motivo consigliamo particolare attenzione a clausole di questo tipo, attraverso un accurato controllo della documentazione contrattuale che l’istituto di credito associa alla scelta della soglia massima del capped rate.